Kiev, 16 maggio 2025 – A più di due anni dall’inizio dell’invasione su larga scala, molte comunità ucraine vivono sotto la pressione costante di attacchi, interruzioni dei servizi essenziali, sfollamenti prolungati e un senso diffuso di incertezza. In questo contesto, ricostruire non significa solo riparare infrastrutture: significa ripristinare fiducia, dialogo e appartenenza. È su questi elementi che ha agito il progetto “Joint Initiative across Ukraine and Romania for Social Recovery, Inclusion and Cohesion of Ukrainian Communities”, sostenuto nell’ambito dell’Iniziativa di emergenza – AID 012832/01/0 dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Il contributo al progetto è pari a 1.343.386,02 euro, nell’ambito dell’Iniziativa di Emergenza del valore complessivo di 46,5 milioni di euro.
Il progetto è stato realizzato da un consorzio guidato da BAID in ATS con PATRIR (Romania) e Un Ponte Per (Italia), e in partenariato con l’organizzazione ucraina Institute for Peace and Common Ground. La componente realizzata da IPCG in Ucraina ha interessato oltre venti comunità nel paese, molte delle quali situate in oblast pesantemente colpiti dal conflitto — tra cui Kharkiv, Sumy, Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk.
Questa iniziativa si inserisce all’interno di un più ampio approccio multisettoriale adottato dalla Cooperazione Italiana fin dalle prime fasi dell’invasione. Lanciato nel 2022, tale approccio ha combinato assistenza umanitaria immediata e azioni di ricostruzione sociale, integrando il lavoro di organizzazioni della società civile e istituzioni locali. Il progetto in oggetto ne rappresenta un esempio emblematico: non si è concentrato su un solo settore, ma ha risposto in modo integrato a bisogni complessi e interconnessi.
La conferenza organizzata dal partner locale IPCG, e tenutasi lo scorso 16 maggio a Kyiv, ha raccolto alcune tra le esperienze più significative:
A Hrun, nella regione di Sumy, una scuola ha trasformato un rifugio antiaereo in un’aula dotata di arredi, illuminazione e strumenti educativi, consentendo lo svolgimento delle lezioni anche durante gli allarmi.
A Kolomak (Kharkiv Oblast), è stato allestito un presidio medico nel rifugio scolastico e attivati corsi di primo soccorso per studenti, docenti, genitori e sfollati interni.
A Vasylivka, nell’oblast di Zaporizhzhia, sono stati creati spazi sicuri e inclusivi per i minori sfollati provenienti da aree occupate, con attività educative e sostegno psicologico.
A Mezhova (Dnipropetrovsk Oblast), un centro scolastico ha avviato percorsi di supporto emotivo per insegnanti e famiglie, contribuendo al benessere collettivo.
A Zavodska, è stato creato un centro educativo per la sicurezza civica, che offre formazione pratica su rischi da mine, incendi e risposta in emergenza.
L’iniziativa ha inoltre promosso il dialogo come strumento di prevenzione e ricostruzione sociale. A Okhtyrka, nel Sumy Oblast, è stato avviato un percorso di mediazione che ha trasformato uno spazio scolastico conteso in un bene condiviso, restituendo alla comunità un luogo di incontro e collaborazione.
La conferenza conclusiva ha rappresentato un momento di restituzione e confronto. Aperta da un intervento di AICS Kiev ha valorizzato il contributo dei soggetti locali e il ruolo determinante delle comunità nella costruzione di risposte durature.
Il progetto ha dimostrato che, anche in tempo di guerra, è possibile rafforzare la resilienza delle comunità, promuovere inclusione e offrire protezione in modo dignitoso e partecipato. In questo, il contributo della Cooperazione Italiana è stato riconosciuto non solo in termini finanziari, ma soprattutto in termini di approccio: centrato sulle persone, integrato nei territori, orientato al futuro.
Maggiori info: Barbara Taccone, Communication Officer AICS Kiev, barbara.taccone@aics.gov.it